Vino biologico, biodinamico e naturale: facciamo chiarezza
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Mentre il mondo del vino si avvia verso l’eco-coscienza e la sostenibilità, i consumatori sembrano essere spesso spaesati da termini poco conosciuti. La distinzione tra organico, biodinamico e naturale, infatti, è talvolta oscura. I termini descrivono qualità sovrapposte, ma non intercambiabili. Tecnicamente, cos’è un vino biologico certificato? Cosa significa adottare “pratiche biodinamiche in vigna”? Come entra in gioco la “vinificazione naturale”? Cerchiamo di capirne di più.
Il vino biologico
Cosa significa “biologico” quando si parla di vino? Negli Stati Uniti, il vino biologico rientra in due categorie: vino biologico e vino prodotto con uve da agricoltura biologica. I vini biologici hanno normative più severe. Le uve vengono coltivate senza l’uso di fertilizzanti sintetici e tutti gli ingredienti che entrano in questi vini, incluso il lievito, devono essere certificati biologici. Non è possibile aggiungere solfiti a questi vini, anche se alcuni che si presentano naturalmente sono a volte consentiti.
“Prodotto con uve da agricoltura biologica” significa che il vino deve essere prodotto interamente con uve biologiche certificate. Ulteriori ingredienti utilizzati nel processo di vinificazione non devono necessariamente essere biologici, ma non possono essere prodotti con l’uso di pesticidi o fertilizzanti sintetici.
A partire dal 2012 l’Unione europea ha iniziato a consentire ai produttori di vino di utilizzare la didascalia “vino biologico” sulle loro etichette. In precedenza, i vini erano etichettati come “ottenuti da uve biologiche”.
La differenza più notevole tra i vini biologici americani e quelli europei è la quantità di solfiti consentiti nel prodotto finale. Mentre i vini biologici certificati USDA (la certificazione statunitense) non possono contenere solfiti, le loro controparti UE possono contenere fino a 100 parti per milione di solfiti come i vini biologici non certificati USDA negli Stati Uniti. Il principale standard organico del Canada è più vicino all’USDA. In Canada, un vino etichettato “100% biologico” deve essere prodotto utilizzando uve biologiche certificate e senza aggiunta di solfiti.
Il vino biodinamico
La vinificazione biodinamica è una pratica che risale a quasi un secolo fa. A differenza della vinificazione biologica, la distinzione della biodinamica non cambia tra un paese e l’altro. La biodinamica rappresenta un metodo agricolo basato su uno specifico calendario astronomico. Ogni giorno coincide con uno degli elementi: terra, fuoco, aria e acqua. I giorni sono organizzati in giorni di frutta (preferibili per la vendemmia), giorni di radice (potatura), giorni di foglie (irrigazione) e giorni di fiori, dove la vigna non dovrebbe essere toccata.
I vini biodinamici utilizzano pratiche biologiche, in quanto evitano i pesticidi. I vini biodinamici certificati, tuttavia, possono contenere fino a 100 parti per milione di solfiti, molto più dello USDA o dei migliori standard canadesi per i vini biologici certificati. In breve, un vino biologico non è necessariamente biodinamico, anche se un vino biodinamico è spesso biologico.
Il vino naturale
Si definisce “vino naturale” quello che viene fermentato spontaneamente con lievito nativo. Questi vini sono in gran parte non manipolati e contengono solo tracce di solfiti aggiunti. Tali vini non vengono filtrati, il che significa che possono contenere particelle o apparire torbidi, poiché potrebbero esserci solidi disciolti che rimangono in sospensione.
Questa categoria divini attraversa il minimo indispensabile di passaggi chimici e interventi enologici e spesso non vengono invecchiati in rovere. Con la loro mancanza di solfiti e altri fattori non interventisti, questi vini possono avere una stabilità limitata e sono tipicamente prodotti in quantità minori.
Un vino naturale può essere certificato biologico? Se l’uva aderisce agli standard biologici, allora sì. Possono anche essere biodinamici? Fintanto che l’enologo impiega requisiti biodinamici come il calendario e il compostaggio, possono anche esserlo.
Poiché è più rigoroso avere un vino etichettato biologico che naturale, molti viticoltori preferiscono saltare del tutto questa distinzione normativa.