Riprende il dialogo diplomatico tra Stati Uniti e Cina
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I pesi massimi della diplomazia statunitense e cinese si incontrano oggi ad Anchorage, in Alaska, per i primi colloqui di persona tra i due paesi da quando il presidente americano Joe Biden è entrato in carica. Il segretario di stato americano Antony Blinken, fresco di un tour di quattro giorni in Asia, è affiancato dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan mentre si sistemano per circa 9 ore di colloqui con il ministro degli esteri cinese Wang Yi e il diplomatico di alto livello Yang Jiechi.
L’amministrazione Biden ha minimizzato qualsiasi probabilità di un rapido miglioramento delle relazioni come risultato dell’incontro, e lo ha prefigurato emettendo una nuova serie di sanzioni mercoledì contro due dozzine di funzionari cinesi che si ritiene abbiano contribuito a minare la parziale autonomia di Hong Kong. Cui Tiankai, ambasciatore della Cina negli Stati Uniti, ha detto che Pechino non si aspetta nessuna svolta, dicendo che “non nutriamo eccessive speranze”.
Se è improbabile che i colloqui di oggi possano reimpostare le relazioni nell’era post-Trump, è perché l’amministrazione Biden non è particolarmente desiderosa di farlo. In un’analisi prima dell’incontro di oggi, il corrispondente senior di Foreign Policy Michael Hirsh ha tracciato l’evoluzione del pensiero dell’amministrazione sulla Cina fin dai tempi del presidente Clinton in carica. “Sia i democratici che i repubblicani a Washington hanno realizzato tardivamente che … la Cina non cambierà, almeno non rapidamente o facilmente”.
Il tono gelido impostato prima dell’incontro di oggi non significa che tutte le prospettive di cooperazione siano fuori dal tavolo. Il cambiamento climatico rimane un punto chiave dell’agenda sia per Xi Jinping che per Joe Biden, dato che entrambi i paesi cercano di tagliare le emissioni e vincere la corsa tecnologica verso un’energia più verde. Il Wall Street Journal riporta che i funzionari cinesi proporranno un summit tra Xi e Biden il 22 aprile – la Giornata della Terra – se i colloqui di oggi andranno bene.
Xie Zhenhua, il guru cinese recentemente nominato per i cambiamenti climatici, e John Kerry, l’inviato di Biden per il clima, hanno lavorato mano nella mano sull’accordo di Parigi del 2015 e, come scrive Melinda Liu, questo potrebbe rendere i colloqui sul clima “un canale sicuro per le comunicazioni bilaterali, facendo eco al tono più gentile e delicato degli anni passati”.
Mentre gli Stati Uniti si trincerano per il lungo periodo, gli americani sono più sospettosi della Cina che mai. Un nuovo sondaggio Gallup ha trovato che il 45 per cento degli americani vede la Cina come il “più grande nemico” del paese, un salto del 23 per cento rispetto all’anno precedente, mentre il sondaggio ha trovato solo il 20 per cento ha una visione favorevole della Cina. Il tempo ci dirà se il sentimento è passeggero; il 20 per cento degli americani ha definito l’Iran il loro più grande nemico nel 2020, solo che quel livello di animosità è sceso al 9 per cento nel 2021.