Omofobia
Clicca qui per ASCOLTARE la lettura dell'articolo
Getting your Trinity Audio player ready...
|
Sull’omofobia si potrebbero versare fiumi di inchiostro, ma preferisco essere sintetico e (si spera) incisivo. I gay sono stati perseguitati durante il nazismo (si pensi all’Olocausto) e il comunismo russo (i gulag). Attualmente in nove paesi islamici tra cui Arabia Saudita e Iran è in vigore la pena di morte. Personalmente la trovo riprovevole e non legittima dal punto di vista etico per chi è un serial killer: figuriamoci per chi è gay! In Italia l’omofobia raramente si manifesta con aggressioni fisiche ma spesso assume la forma più sofisticata di violenza psicosociale (irrisione, calunnia, diffamazione). Chi utilizza parole come finocchio, invertito, frocio, checca nei confronti di qualcuno dovrebbe essere perseguito legalmente perchè sono termini offensivi ed ingiuriosi. In Italia sovente si va dal pregiudizio (atteggiamento o convinzione) alla discriminazione (al vero e proprio comportamento). C’è chi disapprova socialmente; chi discrimina sul luogo di lavoro; chi vorrebbe redimere “il diverso”; chi molesta sessualmente perché in certi casi chi disprezza compra. Nella provincia italiana viene esercitato da sempre un controllo sociale tramite pettegolezzi più o meno fondati. Basta essere degli scapoli effeminati o non piacenti al gentil sesso per essere considerati talvolta come gay. Spesso chi è gay o chi viene additato come gay nell’adolescenza pensa al suicidio. Addirittura si arriva al paradosso che anche alcuni gay interiorizzano l’omofobia e che alcuni omofobi sono omosessuali latenti. La mentalità comune spesso esercita una pressione immane. Eppure l’omosessualità non è un reato e neanche un disturbo mentale che rende pericolosi socialmente (non è menzionata nel DSM e neanche nell’ICD)! Eppure basterebbe ricordare che siamo in uno stato di diritto! Basterebbe rispettare l’articolo 3 della Costituzione! Basterebbe rispettare i semplici principi di non ledere la libertà altrui, di rispettare il prossimo, di convivere civilmente con chi ha un altro orientamento sessuale, di garantire la libera espressione della propria identità a tutti! La classe politica non riesce a dare il buon esempio. Nell’orientamento giuridico italiano non è prevista alcuna legge specifica sull’omofobia. Un disegno di legge è stato più volte bocciato. L’attuale bicameralismo perfetto non aiuta, anche se è stato ideato dai costituenti per salvaguardare la democrazia. Ci vorrebbe perciò un decreto legge da parte del governo sull’omofobia. Attualmente il movimento Lgbt ha poco potere in termini pratici. Eppure i costumi si sono evoluti. La mentalità è più aperta. Le giovani sono sempre più attratte dall’esotico e i giovani dall’androgino e tutto ciò è ineccepibile. I mass media talvolta non aiutano. Spesso i giornali di gossip vanno a caccia di scoop riguardanti l’omosessualità vera o presunta di questo o quel vip. A mio avviso ognuno può liberamente fare coming out ma dovrebbe essere considerato scorretto l’outing. Ognuno può rivelare il proprio orientamento sessuale ma allo stesso tempo a tutti dovrebbe essere garantita la privacy. Anche l’outing è segno di omofobia nei confronti di una persona che vorrebbe vivere la propria omosessualità come un fatto privato. La comunità artistica ed intellettuale invece si dimostra più evoluta. Grandi scrittori e pittori erano e sono omosessuali da sempre. C’è chi pensa che siano diventati memorabili grazie alla propria omosessualità e chi invece che lo siano diventati malgrado la propria omosessualità. La discussione è ancora in corso. Comunque l’arte si dimostra da sempre più libera e più aperta.
Davide Morelli – Pontedera