Chiusi in se stessi
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CHIUSI.. chiusi in una bolla, chiusi in una casa, chiusi in un universo parallelo in cui tutto non è reale ma virtuale. Chiamala vita questa, io non ci riesco.. come potrei?
Abituata a viaggiare, a vedere i miei amici, a bere un drink in un bar quando voglio, abituata a respirare senza aver paura.
Chiamala pure come vuoi; ma questa non è libertà, non sento più me stessa, non mi ritrovo, non vedo più una luce in fondo a questa strada buia.
Come siamo arrivati a tanto?
Non ho potuto dare un bacio a mio nonno prima che se ne andasse, non ho vissuto il mio sogno universitario, non ho visto niente di nuovo per due anni della mia vita.
Ho venti anni e mi sento sola, mi sento oppressa, mi sento soffocare.. e non posso farci nulla.
Vedo la mia famiglia di sfuggita poche ore nonostante il fatto che siamo tutti confinati in casa, come posso immaginare che questo tempo io lo stia perdendo? Come posso crescere se non ho la possibilità di fare nuove esperienze? Come posso essere felice se non mi posso permettere di abbracciare una persona per paura?
Ci penso.. sì ci penso spesso, perché è inevitabile guardare lo specchio e vedere che mi sto sgretolando un pezzo alla volta.
Vorrei prendere un aereo e volare via, vorrei prendere la mano del mio ragazzo in cima a un monte o per le strade di una città che non avevo mai visto, vorrei sorridere senza nascondermi dietro una mascherina.
Mi sembra che il tempo stia correndo inesorabilmente ma allo stesso tempo anche che le mie giornate non abbiano inizio e fine. Non mi ricordo più il sapore del gelato preso in estate sotto il sole che piano piano si scioglie e cola sul mio vestito leggero. Non ricordo il rumore delle persone che parlano lungo una strada del centro, non ricordo quella sensazione di entrare in un negozio e vedere la commessa che ti sorride sapendo che starai lì per ore a provare milioni di vestiti per poi non comprare nulla. Non ricordo il brivido di entrare in una discoteca piena di ragazzi pronti a ballare spalla contro spalla tutta la notte su una pista piccolissima. Non ricordo l’abbraccio di un amico che non vedevo da tanto e che lo ritrovo davanti a me mentre passeggio per il centro, non ricordo più come era vedere l’intero viso delle persone e non solo gli occhi.
Ci siamo abituati a una normalità anomala, siamo veramente così ciechi da non vedere che nonostante tutte le precauzioni non riusciamo ad andare avanti?
Immaginarmi il futuro mi spaventa ora, ho paura di qualsiasi notizia al telegiornale, ho paura di partire per una vacanza, ho paura di stringere la mano a qualcuno che ha il terrore della vicinanza, ho paura di vedere i miei professori solo attraverso uno schermo e non essere compresa, ho paura di una vita che continuerà ad essere così.
Francesca Baldassarri