Esperimento nucleare: la Cina nega tutto
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La Cina ha respinto un rapporto del Financial Times, che ha descritto il lancio di prova di un missile ipersonico con capacità nucleare che è entrato in orbita prima di raggiungere la sua destinazione finale.
La tecnologia del missile, più precisamente conosciuta come un sistema di bombardamento orbitale frazionale o FOBS, segna l’ultimo progresso nell’armamento della Cina, mentre la Russia e gli Stati Uniti perseguono entrambi sistemi di armi più veloci e più furtivi.
Negando il lancio di lunedì, il ministero degli esteri cinese ha detto che è stato testato un “veicolo spaziale”, non un missile. Questa spiegazione potrebbe essere solo semantica, dato che il lancio di agosto avrebbe coinvolto il dispiegamento di quello che è noto come un veicolo a vela, che scende dallo spazio dopo il lancio per colpire il suo obiettivo.
Lo sviluppo ha già portato a una risposta da parte dei falchi della Cina al Congresso, con il repubblicano Mike Gallagher che chiede il disinvestimento degli Stati Uniti dalla Cina nelle aree in cui la tecnologia militare e civile si sovrappongono per rallentare il progresso della Cina.
Allora perché la Cina e la Russia stanno perseguendo questa tecnologia? Per assicurarsi che la logica della deterrenza nucleare regga, un calcolo che Jeffrey Lewis ha riassunto in Foreign Policy lunedì: “Se gli americani ci colpiscono con tutto quello che hanno, quante delle nostre armi nucleari sopravviveranno per rispondere? Quante di queste passeranno attraverso le difese missilistiche statunitensi? Questo è tutto”.
Lewis prosegue: “Se la risposta per il futuro prevedibile è sufficiente, allora ottimo. Ma se non lo è, allora Mosca e Pechino devono fare qualcosa al riguardo”.
Prima che le sue capacità abbiano un vero impatto, i pianificatori militari di Pechino devono prima lavorare sulla precisione. Si dice che il veicolo volante abbia mancato il suo obiettivo di oltre 20 miglia. Questo è ancora molto più avanti degli Stati Uniti, il cui ARRW (Air-Launched Rapid Response Weapon), un altro tipo di veicolo volante, ha fallito due test di volo separati durante l’estate.
Anche senza lo sviluppo di nuovi missili avanzati progettati per eludere le difese statunitensi, alcuni di quelli esistenti sono già in grado di passare. Negli scenari di test del suo sistema di difesa missilistica a lungo raggio (GMD), le forze statunitensi hanno intercettato con successo 12 dei 19 tentativi di missili balistici.
Questo tasso di successo discontinuo ha probabilmente stimolato lo sviluppo di un nuovo intercettore di “prossima generazione”, destinato a debuttare sulle coste statunitensi nel 2027 per un costo totale di quasi 18 miliardi di dollari. Una rete satellitare statunitense per monitorare i lanci di missili dovrebbe essere operativa entro il 2025.
Se, come scrive Lewis, la “minaccia di annientamento reciproco per sempre” è un equilibrio troppo delicato e pericoloso da raggiungere, l’amministrazione Biden ha delle alternative. Daryl G. Kimball, il direttore esecutivo dell’Arms Control Association, ha delineato alcune opzioni a giugno, che vanno da un nuovo dialogo bilaterale USA-Cina sulla sicurezza nucleare a un vero e proprio congelamento delle scorte, mentre Russia e Stati Uniti riducono i loro arsenali molto più grandi.