Biden incontra Erdogan al vertice NATO
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Fresco di un vertice amichevole del G-7, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden riaccende una relazione meno prevedibile a Bruxelles, quando incontra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a margine del vertice NATO di oggi.
I problemi più spinosi nelle relazioni USA-Turchia sono precedenti alla presidenza di Biden: Dalle accuse di una mano degli Stati Uniti nel tentato colpo di stato del 2016, il sostegno degli Stati Uniti ai ribelli curdi in Siria, e la cancellazione da parte degli Stati Uniti di un acquisto turco di 100 jet da combattimento F-35 per il rifiuto della Turchia di abbandonare un sistema di difesa aerea di fabbricazione russa – una questione che alla fine ha portato l’amministrazione Trump a imporre sanzioni sulle entità di difesa turche.
Biden ha chiamato Erdogan un “autocrate” durante la campagna elettorale del 2020, e non ha avuto fretta di placare il presidente turco da quando è entrato in carica a gennaio. Dopo che gli osservatori turchi hanno percepito la mancanza di contatto di Biden come un affronto, i due finalmente hanno parlato in aprile, appena prima del riconoscimento di Biden del genocidio armeno 1915 – la Turchia contesta sia la registrazione storica dell’evento che l’uso del termine.
Parlando prima di partire da Ankara, Erdogan ha detto che i colloqui si sarebbero concentrati sui legami USA-Turchia e su come lui e Biden “possono lasciarsi alle spalle questi problemi”. “La Turchia non è un paese qualsiasi, è un paese alleato”, ha aggiunto Erdogan.
Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha detto che l’incontro includerà una lunga lista di argomenti: Afghanistan, Libia, accesso umanitario in Siria, tensioni nel Mediterraneo orientale e Russia e Cina. Non è chiaro quanto tempo i leader avranno modo di parlare – l’incontro è previsto per le 17 a Bruxelles e spinge contro una conferenza stampa di Biden alle 18:50.
Il faccia a faccia arriva mentre il profilo della Turchia come giocatore regionale è cresciuto negli ultimi mesi. L’industria dei droni militari della Turchia è ora la quarta più grande al mondo, e il suo hardware relativamente conveniente ha aiutato l’Azerbaijan a vincere la sua guerra con l’Armenia alla fine del 20. Ha anche ribaltato la situazione in Libia, dimostrandosi fondamentale nel respingere le forze di Khalifa Haftar da Tripoli.
Scrivendo su Foreign Policy, Merve Tahiroglu e Eric Edelman chiedono a Biden di dire a “Erdogan che una Turchia autoritaria è una minaccia non solo per i valori fondamentali degli Stati Uniti, ma anche per la sicurezza degli Stati Uniti”. Gli autori delineano tre preoccupazioni chiave in materia di diritti umani che dovrebbe affrontare: i procedimenti giudiziari dei dipendenti consolari degli Stati Uniti in Turchia, la repressione in corso del Partito Democratico dei Popoli pro-curdo (HDP), e la diffamazione di Erdogan dei leader della società civile.