Hotel pronti e stampati in 3D: la nuova frontiera del turismo verde?
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La catena alberghiera ecologica Habitas ha ideato un innovativo (a dir poco) sistema per costruire hotel “preconfezionati” stampati in 3D.
Per quanto la cosa possa sembrare incredibile, si tratta invece di realtà. Il gruppo, infatti, ha appena annunciato un’espansione globale all’insegna della sostenibilità e del turismo verde, ma i critici sostengono che potrebbe non essere così sostenibile come lo si fa apparire.
A partire dal 2020, Habitas costruirà tra i dieci e i dodicihotel in varie parti del mondo tra cui Asia, Medio Oriente e Africa, con un investimento complessivo di circa 18,5 milioni di euro. Tra gli investitori spiccano i nomi di Travis Kalanick, fondatore di Uber, e l’mministratore delegato di Ocado, Tim Steiner. L’approccio leggero e preconfezionato ridurrà i costi di costruzione e intende contribuire alle credenziali ecologiche del gruppo alberghiero, poiché verranno utilizzati carpentieri locali e materiali sostenibili.
Secondo quanto riferito, il co-fondatore Oliver Ripley ha visitato il Bhutan e l’Arabia Saudita testando queste località per i nuovi resort.
Il primo hotel a Tulum, in Messico, è già attivo e funzionante ed descritto come un “santuario sostenibile”, che vanta tetti in palapa naturale e pareti in tela. “Ci stiamo concentrando maggiormente sulle persone, sulla comunità, sulle esperienze – un po ‘come il Club Med per la nostra generazione”, ha affermato Ripley al Financial Times (FT).
Ma come funziona tutto ciò e come è possibile?
Habitas costruisce le sue camere d’albergo in Messico, ma usa la tecnologia di stampa 3D per “impacchettare” le strutture di base delle sue camere che poi vengono spedite in altre località che, infine, vengono assemblate come fossero dei Lego”.
Secondo l’esperto di viaggi e turismo di GlobalData, Ralph Hollister, è qui che il piano vacilla. In altre parole, il costo ambientale del trasporto a lungo raggio potrebbe superare i benefici sostenibili della stampa 3D. Se la base di stampa 3D rimanesse a Tulum, “l’esportazione di parti di hotel verso destinazioni diverse dal Messico” potrebbe creare un aumento delle emissioni di CO2.
Criticando l’etica dell’hotel, Hollister conclude che la “convinzione fondamentale” della sostenibilità di Habitas sembra essere stata “convenientemente dimenticata man mano che il progetto si espande.